Storie
Racconti
dal territorio
Giovanna Santin
Presidente Federalberghi Pordenone
Il nostro settore è tra i più colpiti dagli effetti della pandemia. Per gli alberghi non è scattato l’obbligo di chiusura anche se, di fatto, siamo stati costretti a chiudere per assenza di viaggiatori. Gli spostamenti sono stati vietati anche tra regione e regione, i DPCM hanno imposto restrizioni. Il tutto ha provocato un azzeramento della clientela. Pordenone, che lavora con i clienti business, ne ha risentito fortemente. Sono poi stati cancellati tutti gli eventi fieristici, gli appuntamenti congressuali, gli eventi sportivi e culturali dai quali proveniva un’ importante ricaduta sia economica che di immagine.
Con la pandemia abbiamo incrementato la digitalizzazione, che già stavamo utilizzando ma non come ora, in particolare, ce ne siamo avvalsi nel settore della formazione, che riteniamo fondamentale per prepararci al momento della ripartenza. I corsi rivolti a tutti gli addetti del settore hanno avuto un focus specifico sulla conoscenza del territorio, sul versante storico, agroalimentare e ambientalistico per i receptionist. Infatti, sempre di più – e in questo settore il territorio di Pordenone credo abbia grandi potenzialità, il cliente chiede un turismo slow, naturale e culturale con visite nei borghi e degustazioni di prodotti locali. Stiamo anche progettando virtual tour, con filmati emozionali per promuovere il territorio.
Un altro punto che stiamo sviluppando è quello del turismo sostenibile anche all’interno delle nos-tre strutture con l’utilizzo di prodotti naturali e di prodotti biodegradabili, offrendo ai nostri ospiti prodotti a km 0. Stiamo collaborando con Il Consorzio Pordenone Turismo per un’azione di promozione efficace del territorio in attesa che il turismo riparta. A Pordenone abbiamo molti elementi di attrazione: il mare vicino, i borghi, la montagna, le Dolomiti e molto altro. Dovremo ora riemozionare e informare i nostri potenziali ospiti, perché anche la felicità, l’emozione, la positività e quindi la resilienza devono essere contagiose. Dobbiamo ‘contagiare’ il nostro turista affinché si innamori del nostro territorio.
Abbiamo bisogno di lavorare a 360 gradi con tutte le realtà locali : esercenti, musei, ente fiera, Teatro, associazioni di categoria… Rispetto al periodo pre-Covid la possibilità di collaborazione è aumentata, così come anche la volontà di fare rete, di lavorare insieme e di sostenerci a vicenda.