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Rosa Saccotelli
Presidente della Storica Societa’ Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione di Pordenone
Abbiamo vissuto questo terribile periodo facendo di necessità virtù e cercando di continuare a svolgere il nostro ruolo di sostegno e supporto alla comunità. Ma abbiamo dovuto rinunciare a molte cose.
Prima del Covid, da tre anni, avevamo una bellissima iniziativa: un gruppo di 15-20 persone, tutte donne meno uno, d’età dagli 80 anni in su, che si ritrovavano qui nella nostra sede due volte la settimana. Noi non le chiamiamo ‘nonne’, le abbiamo battezzate ‘le ragazze del primo ‘900’. Sono appassionate di teatro, interessate a incontri di storia, di cucina e dotate di una gran voglia di conoscere. Si sono messe in gioco in un modo meraviglioso, hanno creato la Compagnia teatrale le varie Etè e abbiamo realizzato quattro spettacoli, molto belli.
Poco prima che scoppiasse la pandemia, avevamo organizzato anche una tournee nei comuni limitrofi con uno spettacolo che era un po’ la parodia della trasmissione televisiva Italia’s got talent e noi l’abbiamo intitolato ‘Mi go talent’, ‘pordenonizzandolo’.
Con il diffondersi del Covid non è stato più possibile incontrarsi e per il gruppo è stato un colpo durissimo. Così, assieme all’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Pordenone, abbiamo pensato di far diventare ‘le ragazze del primo ‘900’ tecnologiche: abbiamo dato a tutte un tablet, fatto la formazione con il supporto del Polo Tecnologico e le abbiamo messe in comunicazione tra di loro e con noi. Due volte alla settimana sono continuati gli incontri e le prove virtuali che ci hanno permesso di mantenere questo bellissimo rapporto tra loro e i due tutor, Maria Grazia Di Donato ed Enzo Samaritani, di non abbandonare il lavoro teatrale e di produrre, seppur in forma ridotta, alcuni numeri e a recitare.
Noi sentiamo tanto la loro mancanza perché ci hanno davvero portato una ventata di allegria, ma vedere persone di 80 – 90 anni in video, trafficare con il tablet, aver la voglia di applicarsi e apprendere nuove conoscenze è stata comunque una cosa meravigliosa.
Noi tutti ci auguriamo di poterli riavere qui tutti in presenza al più presto perché loro prendono da noi ma noi prendiamo tanto da loro.
La pandemia ha portato almeno questo regalo: avvicinarci ancora di più e portare la tecnologia tra le persone anziane che non sono mai state lasciate sole. Le Ragazze hanno pure scritto un libro di memorie, ‘Pane secco’, molto molto interessante, da cui abbiamo tratto uno spettacolo. Pensare che avevamo proposto loro, prima del Covid, di mettere in scena gli spettacoli nel pomeriggio, in modo che la sera potessero cenare tranquille a casa. Ma ci hanno risposto: ‘Attori e attrici recitano la sera, mica stanno in casa o vanno a dormire’. Ottantenni e novantenni…..resilienti e indomabili.
In questi mesi, inoltre, abbiamo cercato di trasmette il più possibile online le nostre iniziative. In misura ridotta, perché siamo rimasti chiusi anche noi: abbiamo realizzato un docufilm su Petrarca, uno su Leopardi e un documentario storico sulla caduta di Aquileia. Il riscontro è stato altissimo, migliaia e migliaia di contatti. Una cosa ci ha insegnato questa pandemia: prima facevamo i nostri incontri nella sala della Società che accoglie circa 90 persone. D’ora in poi, quando si potrà, riprenderemo a organizzare iniziative in presenza, ma le trasmetteremo anche online. In questo tragico periodo, abbiamo cercato di non perdere le tradizioni della Società: l’anno scorso, in pieno lockdown, la messa del 1 maggio l’abbiamo trasmessa in diretta. In chiesa c’era solo il vescovo.
Cerchiamo di rimanere vicino alla gente e, quindi, ci siamo adattati ad usare i mezzi tecnologici. Nel frattempo, aspettiamo tempi migliori. Stiamo realizzando il progetto della Costituzione illustrata per i bambini delle elementari e poi due progetti su Dante: “Dante e l’inferno della Valcellina” e “Dell’amore e della tenebra: Paolo e Francesca” da portare in scena.
La forza per andare avanti in questa situazione drammatica ce l’ha data la nostra storia, lunga 154 anni d’attività.
La Società Operaia ha vissuto e visto, nel suo lungo cammino, di tutto e di più: dall’Unità d’Italia, ai due conflitti mondiali, alla nascita dello Stato. Nel 1866, quando è nata, la Società era la stampella dello Stato: ha costruito le case popolari, fondato una banca, asili, le prime colonie, ha dato le prime pensioni, i primi sussidi di malattia, ha fondato due scuole una di pratica commerciale e una di arti e mestieri, ha formato i primi dirigenti dell’industria locale. La prima biblioteca itinerante per combattere l’analfabetismo l’ha fatta la Società Operaia. Abbiamo un grande passato che non possiamo permetterci di abbandonare neppure di fronte ad una pandemia come questa, non possiamo tradire queste radici. E poi, la Società Operaia ha reagito nella sua storia ad eventi ben peggiori. E’ particolarmente resiliente.