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"Pordenone 2020: una città per tutti"

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Valeria Broggian

Presidente Gruppo Servizi CGN

CGN è una realtà del terziario avanzato che opera nell’ambito dei servizi informatici, e quindi, forse più di altre realtà, non ci siamo fatti trovare impreparati. Ovviamente, la pandemia non se l’aspettava nessuno, ma per fortuna due anni fa avevamo fatto degli investimenti corretti che riguardavano la virtualizzazione della postazione di lavoro. E avevamo già sperimentato lo smart working, seppur in forma leggera, in alcuni comparti della nostra organizzazione. La cultura dello smart working o home working parla prima di tutto di fiducia, e quindi di requisiti intangibili, ma anche quelli tangibili, come un posto di lavoro che ha tutte le funzioni corrette ed adeguate per rispondere alle esigenze dei lavoratori e dell’azienda è fondamentale. Poi c’è la necessità di un sistema di reportistica con cui rendere conto del lavoro svolto. Tutti questi elementi fortunatamente noi ce l’avevamo già pronti e soprattutto, occupandoci di terziario avanzato, disponevamo della cultura aziendale per gestirli nel migliore dei modi.

Noi siamo un CAF e, primi in Italia e prima ancora della pandemia, avevamo già messo a punto con l’Agenzia delle Entrate la chiusura della dichiarazione dei redditi, il modello 730, con la firma elettronica. Questa innovazione l’avevamo immaginata per non mandare il contribuente fisicamente in studio a firmarla, e così con l’emergere della pandemia ci siamo trovati in mano uno strumento già pronto e sperimentato che sembrava fatto apposta per l’occasione. Come d’altra parte stavamo già lavorando sul versante della dematerializzazione dei documenti e nell’applicazione avanzata della firma digitale.

Da un punto di vista interno, di cultura aziendale, un aspetto di cui siamo orgogliosi è che i nostri investimenti, oltre che sugli aspetti tecnologici, si focalizziamo sulle persone.
La risorsa più importante per noi sono i nostri collaboratori – e questo è un aspetto che ci viene riconosciuto – a cui garantiamo formazione personale e professionale e proponiamo un ambiente di lavoro stimolante, favorendo la creazione di relazioni di fiducia, l’assunzione di responsabilità. Vorremmo fare in modo che l’attività che viene svolta in CGN possa essere una vera e propria occasione di autorealizzazione.
Questo è il substrato culturale, la specificità aziendale codificata con tutti i lavoratori, che durante la pandemia si è rivelato il primo elemento che ci ha permesso di continuare a fornire i nostri servizi. Come dire che “sì il computer deve funzionare, però è con tutto quello che ci sta attorno che si portano a casa dei bei risultati di squadra”.

Noi siamo oggi 260, dopo un anno il 70/80 per cento del personale dell’azienda lavora in smart working e all’inizio siamo riusciti a metterlo a punto e farlo, impiegando due/tre settimane.
La pandemia ha quindi catalizzato processi già in atto e ci ha portato ad analizzare sotto una nuova prospettiva, alcuni fattori organizzativi. Per esempio, una delle nostre società del gruppo, la Unoformat, ha il compito di gestire le relazioni e la vendita dei nostri servizi sul territorio nazionale. Attraverso Unoformat, per la fidelizzazione dei nostri associati e per trovare nuovi potenziali clienti, prima – d’ora in avanti inevitabilmente ci sarà un prima e un dopo la pandemia – facevamo degli eventi in aula, ne facevamo circa 400 all’anno in tutto il territorio nazionale.

Da un giorno all’altro li abbiamo dovuti completamente fermare in presenza ma non potevamo annullarli. Abbiamo per cui trasformato il calendario completo in eventi online, tra dirette e corsi on demand, trasmessi direttamente dalla nostra sede dove avevamo già pronto un sistema professionale per le dirette streaming. A questa formazione abbiamo inoltre anche integrato un calendario di eventi dal taglio informativo e super tempestivo anche sui canali social in modo da allineare tutti i professionisti della nostra rete quasi in tempo reale con gli aggiornamenti normativi e dei numerosi decreti pubblicati in tempo di pandemia. E questa, per esempio, si è rivelata una buona prassi che sicuramente manterremo nel futuro.
Dal punto di vista dei costi è stata una grandissima sorpresa perché abbiamo risparmiato molto, aumentando nel contempo l’efficacia, il numero dei partecipanti e la qualità dell’offerta formativa.

Tuttavia, il passaggio allo smart working e al nuovo modello organizzativo che ne è conseguito, non è stato privo di traumi. Per questo ci siamo dedicati moltissimo agli aspetti psicologici: abbiamo mappato le esigenze di tutti, siamo andati a migliorare certe postazioni di lavoro che erano un po’ scarse, migliorando la qualità dell’attrezzatura tecnologica, abbiamo istituzionalizzato delle riunioni quotidiane, pochi minuti ma tutti i giorni, di allineamento, di confronto, perché il team procedesse speditamente ma anche per mantenere quel clima di squadra che per noi è così importante.

Abbiamo istituito il progetto ‘happy at work’ con il quale a fine giornata viene chiesto a tutti i collaboratori: come ti sei sentito oggi? invitandoli ad esprimersi attraverso la faccina – sorridente, mezza seria, arrabbiata – per testare in tempo reale l’andamento del clima e l’umore dei lavoratori.
I nostri responsabili di reparto hanno il compito di questa disamina giornaliera e se settimanalmente capita che qualcuno riporti magari più faccine gialle o rosse, i responsabili affrontano subito il problema. Ma ci siamo preoccupati anche della loro salute fisica, stipulando una polizza ad hoc che è stata particolarmente apprezzata. Poi, malgrado la pandemia e tutto quello che ha generato l’anno scorso, in occasione del nostro 25/mo anniversario, abbiamo dato un premio speciale oltre al normale premio di fine anno.

Percependo il livello di difficoltà dei nostri territori e delle nostre comunità, abbiamo aderito all’iniziativa della solidarietà digitale promossa dal Governo, che ci ha portato ad offrire, in questo caso ai professionisti nostri clienti dei servizi, degli eventi formativi a canone gratuito per il periodo dell’emergenza e delle condizioni particolari fino alla gratuità anche sulla fruizione di alcuni servizi.

Pordenone è una città resiliente, abituata a rimboccarsi le maniche, e che ha una realtà bella e vivace dal punto di vista culturale e CGN, a maggior ragione in questo periodo, è stata impegnata a dare il proprio contributo per sostenere alcune di queste realtà come Pordenonelegge, il Teatro, Cinemazero e Dedica Festival. Con loro, in quest’anno di crisi, ci siamo inventati un’iniziativa, proponendo un blog che si chiama ‘Esploratori culturali CGN’ che è diventato uno spazio dove realtà importanti del mondo culturale hanno trovato accoglienza per confrontarsi su tematiche come innovazione, sostenibilità e cultura.