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Alberto Marchiori
Presidente ASCOM Confcommercio Imprese per l’Italia Pordenone
La pandemia ha devastato e conseguentemente ha mutato il nostro ordine sociale ed economico. Il settore che rappresento è stato, presumibilmente, il più devastato ed alcune categorie del terziario decisamente più delle altre. L’elenco delle categorie più colpite è lungo e presumibilmente, rispetto al mio intervento, non esaustivo. Categorie quali pubblici esercizi, agenzie viaggio, palestre, abbigliamento, parrucchieri, estetiste, piccoli laboratori artigianali sono state nesse a durissima prova e la stima drammatica che il 20% circa delle attività di questo settore potrebbe non riaprire è tutt’altro che fantasioso.
A quanto appena riportato vanno aggiunte altre filiere che normativamente non hanno mai abbassato le saracinesche ma che non hanno potuto lavorare.
Le due filiere a cui mi riferisco sono quella ricettivo e quella agroalimentare. Per quanto concerne la prima, intendo il settore dei viaggi sia turistici che di business, il cui azzeramento ha causato il crollo del fatturato degli alberghi e dei trasporti privati come quello dei bus turistici, taxi e NCC. Relativamente alla filiera agroalimentare, cito quella legata al mondo della ristorazione che ha subito ovviamente un tracollo essendo stati ristoranti e bar chiusi o fortemente limitati per legge.
Gli interventi governativi, soprattutto i ristori, non hanno aiutato minimamente le imprese di tali settori, dal momento che la mancanza d’entrate, le spese fisse e un rapporto non sempre semplice col sistema creditizio ha causato un danno economico alle imprese di gran lunga non paragonabile ai ristori governativi che possono essere definiti la “mancia della domenica”. Solo le imprese più consolidate e patrimonializzate sono riuscite in qualche modo a resistere meglio delle altre.
Nela mia visone di imprenditore e di Presidente di categoria, ritengo sia necessario investire ingenti risorse sulla creatività delle imprese e sulla loro voglia di innovare per renderle più forti e creare lavoro.
Le imprese hanno bisogno di certezze e non di provvedimenti restrittivi, peraltro confusionari e ambigui.
L’incertezza e la debolezza economica porta alla chiusura delle imprese stesse, all’aumento della disoccupazione e, per il nostro settore, alla desertificazione delle città.
Siccome il tema della giornata è quello della resilienza è necessario trovare la forza in noi e le opportunità anche in questa situazione catastrofica.
Di seguito vi porterò alcuni esempi di come lo spirito di iniziativa, la creatività e la visione di insieme possano raggiungere soluzioni reali per le imprese, attraverso la rigenerazione urbana e il rapporto stretto tra Associazioni di categorie e Istituzioni.
L’Associazione Sviluppo e Territorio, un soggetto che insieme alle Amministrazioni Comunali gestisce le Città, di cui ho l’onore di essere Presidente, è stata impegnata in questi anni su un duplice piano, quello degli interventi sperimentali a favore delle imprese e quelli di marketing urbano, come per esempio il progetto realizzato per il centro urbano del Comune di Pordenone.
La nostra Associazione di Categoria, in sinergia con Sviluppo e Territorio e il Comune di Pordenone ha tentato di fronteggiare la situazione economica difficile ancor prima della catastrofe pandemica. Infatti, è stato vinto il bando delle Periferie, inserendo, una delle poche città in Italia, un intervento di contributo a fondo perduto per le imprese sul tema della rigenerazione urbana.
E’ un esempio importante in cui si uniscono interventi su opere pubbliche, marketing territoriale, formazione e contributi alle imprese per riqualificare le città, per decine di milioni di euro.
Inoltre, abbiamo dato il nostro contributo all’Amministrazione Comunale per sviluppare iniziative e progetti con la finalità della crescita e dell’abbellimento della città da un punto di vista artistico. Per esempio con ‘Pordenone città d’arte’ abbiamo fatto un accordo col Comune al fine di favorire chi, nelle opere di ristrutturazione o nuova edificazione, inserisca opere d’arte.
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato con la Regione sulla Legge “SviluppoImpresa” in cui sono state inserite tematiche a noi molto care come ‘rigenerazione urbana’, ‘forestazione urbana’, ‘distretti commerciali’, ‘interventi di abbattimento dei canoni locativi’.
Il tema dei Distretti sarà fondamentale nel prossimo futuro per la tutela e la rigenerazione del settore terziario nelle nostre città e a tal riguardo Sviluppo e Territorio (che consta già oggi di 15 Comuni circa) è di per sé il Distretto del commercio di Pordenone. I Distretti avranno l’onere di sburocratizzare gli iter amministrativi e per supportare maggiormente le Amministrazioni Comunali.
Ci siamo impegnati anche su interventi più specifici, durante il periodo della pandemia, come un ulteriore contributo del 20% da parte della Regione, in aggiunta alla defiscalizzazione del 60% dei canoni a favore degli inquilini per abbattere una fondamentale spesa fissa per le imprese commerciali e turistiche delle nostre città come quella degli affitti.
Nell’ottica sempre di frenare il processo di desertificazione delle nostre Città, con il Comune di Pordenone siamo stati capaci di far approvare una norma regionale che snellisca il cambio di destinazione degli immobili da artigianale e commerciale e viceversa senza oneri, ulteriore esempio di sburocratizzazione e di collaborazione con le Istituzioni.
Un altro tema di cui ci stiamo occupando è come fornire strumenti e mezzi alle Amministrazioni comunali per intervenire in tutte situazioni di degrado urbano. La nostra proposta è quella di dare ai Comuni il potere di agire sugli immobili degradati eseguendo d’imperio le opere di ristrutturazione o di demolizione e addebitare i costi ai proprietari inadempienti. Tale intervento normativo è all’attenzione del Senato come emendamento alla Legge in discussione in Parlamento sulla rigenerazione urbana.
In tale Legge abbiamo anche proposto una cedolare secca a favore dei proprietari che abbattono il canone di almeno il 30%.
Quelli sopra riportati sono piccoli esempi di come noi intendiamo essere resilienti nei confronti dei nostri associati, delle Istituzioni e dell’ambiente in cui tutti noi viviamo.